sabato 5 marzo 2011

OMOLOGAZIONE


Omologazione (culturale, politica e sociale)...
Una piaga che dilaga in tutti i settori del fare umano, nelle vite di persone sempre più rapite da una dimensione artificiosa (una non realtà), impersonale e replicata massivamente ed industrialmente, dal pensiero alla cultura, dalla moda ai costumi, per non parlare dei prodotti di consumo... Il modello pedagogico è chiaro: Grande Fratello, vogliono educarci ad essere controllati, senza lamentarci. Tramite i mezzi d'informazione di massa ed il cinema stanno creando i nuovi miti: una non cultura che c'incastra e ci prepara ad essere rapiti da mondi virtuali paralleli (simbolo di questa nuova orrenda società), da modelli artificiosi di alternatività, famiglie finte e coppie gay con bimbi adottati, nuove e vecchie droghe, consumo sproporzionato e materialismo all'ennesima potenza, realtà virtuali e giochi Play Station ed XBox sempre più realistici... ci stanno facendo diventare una massa di rincoglioniti.
No ai paradisi artificiali!

venerdì 12 novembre 2010

Su Israele: Lo sapevate chè... ?

-Lo sapevate che gli israeliani non-ebrei non possonocomprare o affittare terra nell'entità sionista?
-Lo sapevate che, nonostante la sua recentissima fondazione, (1948) è il Paese che ha collezionato il maggior numero di risoluzioni di condanna dell'ONU?
-Lo sapevate che nega sistematicamente il diritto di voto alla maggioranza palestinese, che altrimenti eleggerebbe il proprio Governo?
-Lo sapevate che ammette legalmente la tortura come metodo poliziesco e di coercizione, passando inosservato agli occhi di Amnesty International?
-Lo sapevate che è stato condannato da una risoluzione dell'ONU del 1974 che definiva il sionismo come ideologia razzista?
- Lo sapevate che le targhe palestinesi sono di colorediverso per distinguere gli ebrei dai non-ebrei?
- Lo sapevate che Israele assegna l'85% dell' acqua agliebrei ed il 15% restante è diviso fra tutti i Palestinesi nei territori? Per esempio ad Hebron, l'85% dell'acqua è convogliato a circa 400 coloni,mentre il 15% deve essere diviso 120.000 Palestinesi?
-Lo sapevate che occupa impropriamente ampi territori fregandosene dei continui avvertimenti da parte della Comunità Internazionale?
- Lo sapevate che gli Stati Uniti danno ai sionisti 5miliardi di dollari di aiuti ogni anno?
- Lo sapevate che gli aiuti che annualmente gli StatiUniti concedono ad Israele sono maggiori di quelli chegli Stati Uniti assegnano all’intero continente africano?
- Lo sapevate che Israele è l'unico paese del MedioOriente che ha armi nucleari?
- Lo sapevate che Israele è l' unico paese del MedioOriente che rifiuta di firmare il trattato di nonproliferazione nucleare?
- Lo sapevate che Israele attualmente occupa i territoridi una nazione sovrana (la Siria) sfidandoimpunemente le risoluzioni del Consiglio di sicurezzadelle Nazioni Unite?
- Lo sapevate che Israele ha ordinato l’assassinio deisuoi nemici politici in altri paesi (le famose 'operazioni chirurgiche'...)?
- Lo sapevate che gli ufficiali dell’Alto Comando delleforze israeliane hanno ammesso pubblicamente di giustiziare i prigionieri di guerra disarmati?
- Lo sapevate che Israele rifiuta di perseguire isoldati che hanno riconosciuto ed ammesso l'esecuzione dei prigionieri di guerra?
- Lo sapevate che Israele confisca ordinariamente idepositi bancari, i commerci e la terra e rifiuta dipagare le compensazione a coloro che le subiscono?
- Lo sapevate che Israele si oppone o ignora 69risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite?
- Lo sapevate che l' odierno Israele si estende su di unterritorio sul quale esistevano oltre 400 villaggi palestinesi ora scomparsi?
- Lo sapevate che i quattro primi ministri dell' Israele (Begin, Shamir, Rabin e Sharon) hanno partecipato adazioni terroristiche o altri attacchi contro civili, amassacri di donne e bambini, ad espulsioni forzate dei civili dai loro villaggi?
- Lo sapevate che il ministero degli esteri israelianopaga due ditte americane di pubbliche relazioni perpromuovere Israele agli Americani?
- Lo sapevate che il governo di coalizione di Sharoninclude un partito xenofobo - Molodet -che sostienel’espulsione di tutti i Palestinesi dai territori occupati?
- Lo sapevate che gli insediamenti illegali sonoaumentati durante gli otto anni trascorsi dagli accordi di Oslo?
- Lo sapevate che la costruzione di nuove colonie è piùche raddoppiata durante il governo del 'moderato'Barak rispetto al tempo dell''estremista' Netanyahu?
- Lo sapevate che Israele ha dedicato un francobollo ad un uomo che ha attaccato un bus civile uccidendo diverse persone ed ha dedicato un monumento ad un fanatico colono - Baruch Goldestein - che nel 1996 uccise senza motivo più di 30 musulmani in preghiera?
- Lo sapevate che Israele è l'unico paese al mondo incui la tortura verso i prigionieri e detenuti è legale?
- Lo sapevate che i rifugiati palestinesi compongono la maggior parte della popolazione di rifugiati del mondo?

giovedì 12 agosto 2010

I crimini di Israele e la mission del Sionismo

Quello che i vergognosi media occidentali non dicono
Marcello Pamio - 11 gennaio 2009

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«Alla fine degli Anni Cinquanta, quel grande pettegolo e storico dilettante che era John F. Kennedy mi disse che nel 1948 Harry Truman, proprio quando si presentò candidato alle elezioni presidenziali, era stato praticamente abbandonato da tutti. Fu allora che un sionista americano andò a trovarlo sul treno elettorale e gli consegnò una valigetta con due milioni di dollari in contanti. Ecco perché gli Stati Uniti riconobbero immediatamente lo Stato d’Israele».

Gore Vidal, prefazione del libro “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak

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Una piccola striscia di terra lunga circa 45 chilometri e larga 10 in cui vivono un milione e mezzo di palestinesi è martoriata da oltre 60 anni.
Tsahal, il fiero esercito israeliano da settimane sta letteralmente sterminando una popolazione inerme, come ripercussione, dicono, a lanci di missili da parte di Hamas in territorio israeliano.
Razzi che avrebbero provocato la morte di 5 militari (altri 4 sono stati uccisi dal “fuoco amico”[1], cioè dagli stessi soldati), mentre nelle fila degli arabi, gli assassinati dal democratico stato di Israele sarebbero oltre 900 con diverse migliaia di feriti[2].
Numeri purtroppo destinati ad aumentare con il passare del tempo e delle incursioni.

I crimini attuali dell’esercito israeliano
I bersagli preferiti dall’esercito israeliano in diciassette giorni di guerra sono scuole, moschee, abitazioni private e soprattutto ambulanze, queste ultime per impedire il soccorso e il salvataggio di migliaia di feriti, che muoiono agonizzando per le strade.
Quindi non solo obiettivi militari ma soprattutto civili, e questo non a caso, visto che tale strategia si chiamata “guerra psicologica”.
La cosa non deve sorprendere, perché l’85-90% dei morti in tutte le guerre che si ‘rispettino’, sono infatti civili (uomini, donne e soprattutto bambini).
L’esercito di Sion sta utilizzando a Gaza armi vietate dalle Convenzioni internazionali, come le bombe al fosforo bianco (usate in grande quantità in Iraq dalla colazione anglo-statunitense). Lo riporta anche il “Corriere della Sera” dell’11 gennaio.[3]
Nonostante la smentita del portavoce dell’esercito, il quotidiano Times di Londra ha pubblicato delle foto che non lasciano spazio a dubbi sull’uso appunto di queste vergognose e criminali bombe. Arriva infine la conferma da una fonte israeliana, ripresa dalla Radio svizzera italiana e riportata dall'agenzia Ansa (oggi 12 gennaio 2009) secondo la quale si tratta solo di bombe fumogene. Il tutto ovviamente per giustificare il fumo strano prodotto (vedi immagine sotto) dai bombardamenti dell'esercito.
Ma la fonte continua dicendo che "un po' di fosforo nelle munizioni c'è".
Non solo, ma a testimonianze di medici, a Gaza verrebbero utilizzate anche armi a forte potere esplosivo come quelle a base di stando lega di tungsteno.[4]
Insomma i “territori occupati” sono un ottimo “campo di battaglia” per decimare da una parte la popolazione araba e dall’altra per sperimentare nuove armi.

Perché tale guerra?
Qualcuno sostiene che tale criminoso attacco militare da parte di Israele sia per ripicca a causa della grama figura fatta contro Hezbollah in Libano nel 2006.
Purtroppo non è questo il motivo: si tratta di un progetto chiaro e lineare che stanno portando avanti da oltre un secolo i sionisti.
L’attuale attacco è stato preparato infatti con 6 mesi di anticipo, quindi molto tempo prima del lancio di razzi da parte di Hamas!
Lo confermano canali ufficiali come la CNN e giornali come il britannico The Guardian.
Il canale televisivo CNN ha denunciato che la tregua tra Hamas e Israele ha iniziato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando israeliano ha ucciso durante un’incursione sei membri di Hamas, scatenando la ovvia reazione.
Anche il quotidiano Guardian del 5 novembre ha confermato la notizia.
Quindi esistono le prove che a rompere la tregua non è stato Hamas ma bensì lo stato di Israele a novembre del 2008!
Ma per comprendere il quadro generale è necessario fare un passo indietro.

Nascita del Sionismo
“Nell’Europa della fine del XIX secolo una convergenza di ragioni storiche, fra cui le persecuzioni antisemite, spinse un gruppo di intellettuali ebrei a teorizzare la necessità della nascita di una nazione ebraica dove quel popolo potesse finalmente trovare maggior pace e sicurezza.”[5]
Questa teoria, che non è rimasta tale ma è diventata una triste realtà, prende il nome di sionismo.
Il sionismo è per così dire un «movimento» molto complesso, ma dagli obiettivi semplici, nato verso la fine del XIX° secolo qui da noi in Europa.
Il “sionismo” è suddivisibile in tre categorie:

- «Sionismo» propriamente detto, organizzato dal dottor Theodor Herzl, con lo scopo di ricostruire lo Stato ebraico di Gerusalemme in Palestina.
- «Sionismo territorialista», organizzato da Israel Zangwill, con lo scopo di costituire una «terra ebraica» in qualunque parte del mondo, privilegiando però la Palestina.
- «Sionismo socialista», organizzato da Moses Hess, che vuole conservare agli ebrei nel mondo l’identità nazionale, sforzandosi però tutti per un ritorno a «Eretz Israel».

Il «Sionismo territorialista», quello più recente, è stato fortemente voluto da Israel Zangwill (1864–1926), membro di prestigio della società sionistica l’«Antico Ordine dei Maccabei»[6] (1891) e fondatore della rivista umoristica «Ariel».[7] Alla “Dichiarazione Balfour”, che vedremo dopo, rivendicò per tutti gli ebrei del mondo il diritto inalienabile di colonizzare la Terra di Israele.
Il «Sionismo» per così dire ufficiale, è nato nel 1897 durante il primo «Congresso Sionista» di Basilea in Svizzera.

Fu però nel 1895/96 che compare per la prima volta il «Der Juden Staat» («Lo Stato degli Ebrei»)[8], il manifesto scritto da Theodor Herzl in persona.
Più che manifesto si tratta di un vero e proprio libro «scritto in poche settimane, in una specie di delirio misto di fervore mistico e considerazioni pratiche»[9], dove veniva esposto il piano ben preciso per una organizzazione ebraica mondiale.
Un piano precisissimo e completo di rimozione di tutta la popolazione araba, cioè non ebraica, dal futuro stato sionista: la “Gerusalemme liberata” (cioè “liberata” dai goym, dai gentili, dai “sub-umani”, dagli arabi).
Come mettere in atto questo spietato e criminale progetto?
Semplicemente attraverso l’espropriazione dei terreni e delle proprietà!

Quindi l’origine del gravissimo dissidio “israelo-palestinese” non si trova nel XXI° secolo, ma risale alla fine del XIX secolo. E’ proprio in quegli anni che fu ideato il progetto spietato di cacciare dalla Palestina tutti gli arabi, nessuno escluso, quindi ben cinquant’anni prima della nascita stessa dello Stato d’Israele e oltre un secolo prima dell’ennesima e ultima strage di stato che stiamo assistendo impotenti in questi giorni.

L’affare Dreyfus
Il periodo storico quando Theodor Herzl scrisse “Der Juden Staat” era molto caldo perché erano passati solo due anni dall’«affare Dreyfus».
Un affare delicatissimo perché riguardava le accuse (inventate ad hoc per scatenare appositamente l’antisemitismo…) di alto tradimento a carico di un capitano d’artiglieria ebreo (poi reintegrato nell’esercito dal tribunale), il francese Alfred Dreyfus: accusato di passare informazioni segrete all’esercito tedesco.
L’altro sionismo, quello «socialista» e l’«affare Dreyfus» hanno proprio nella Francia il comun denominatore: fu proprio a Parigi che Moses Hess, il padre spirituale del «socialismo sionista», lavorò come corrispondente per alcuni giornali socialisti di Germania e Stati Uniti.[10] Moses Hess viene anche ricordato per la sua opera omnia: «Roma e Gerusalemme», considerata un classico della teoria sionista, e pubblicata in Germania nel 1862.[11]

L’Alleanza israelita universale
Sempre nella capitale francese nasce una delle principali organizzazioni internazionali che promuove l’insegnamento e la cultura ebraica: l’«Alleanza Israelita Universale» (l’«Alliance Israélite Universelle»).
I fondatori di questa «Alleanza» furono «17» giovani e il «17» maggio 1860, grazie ai fondi di Sir Moses Haïm Montefiore e Lord Rothschild, organizzarono un manifesto politico sintetizzando le idee massoniche della «Rivoluzione Francese» del 1789 (il motto: «Liberté-Egalité-Fraternité» era scritto nelle logge massoniche francesi ancora 50 anni prima della Rivoluzione) e i principi del giudaismo.[12]
«L’Alleanza Israelita» promosse nel 1870 a Jaffa (Palestina) la nascita della prima colonia ebraica «Mikweh o Mikiveh Israel».[13] Ma le costruzioni in Palestina erano iniziate qualche tempo prima: il «Misgav Ladach Hospital», è un ospedale sorto nel 1854 e il cui nome originario era «Rothschild Hospital».[14]
E’ facile comprendere che il sionismo non è un semplice movimento politico e/o religioso, come vogliono farci credere, ma un vero e proprio movimento pericoloso il cui obiettivo è quello di liberare, con ogni mezzo lecito e illecito, la “Terra Promessa” dagli arabi (goym) per consegnarla nelle mani del popolo eletto.
Il tutto nell’attesa della venuta del Messia…

La dominazione turco-ottomana
Alla fine del 1800 la Palestina era nelle mani dell’Impero turco-ottomano.
Nel 1915 il governo britannico chiese aiuto militare allo sceriffo della Mecca Hussein (esistono a tal proposito lettere firmate da Thomas Edward D’Arabia, famoso Lawrence d’Arabia, che confermano questo) per cacciare i turchi-tedeschi dalla regione.
In cambio promise la creazione di uno stato arabo indipendente!
Questo è un punto chiave: la promessa agli arabi da parte del governo di Sua Maestà di uno Stato arabo indipendente, in cambio di aiuto.
Gli arabi, vista l’importante promessa, parteciparono in massa e moltissimi persero la vita in combattimento proprio per questo motivo: la liberazione della Palestina assieme alle truppe inglesi.
L’esercito britannico, nonostante la Grande Guerra in corso, spostò un milione di soldati per portarli in Terra Santa. Ci deve essere stato un ottimo motivo per movimentare, cioè togliere dal fronte europeo, tutti quei soldati?
Il motivo c’era eccome!

Accordo Sikes-Picot
Dopo la scontro con l’esercito turco-ottomano, nel 1916 Russia, Francia e Inghilterra siglarono l’accordo di Sikes-Picot, il piano alleato per dividersi l’Impero ottomano in disfacimento.
Nell’accordo la Palestina doveva rimanere internazionalizzata sotto l’amministrazione di tutte e tre.[15]

Il tradimento al popolo arabo
Il vero e proprio tradimento del popolo arabo avviene il 2 novembre 1917 con la «Dichiarazione Balfour»: una lettera che Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, inviò al capo della Federazione sionista Lord Rothschild, dove Sua Maestà riconosceva ufficialmente ai sionisti[16], il diritto di formare uno Stato indipendente in Palestina.
Lettera importantissima perché legittimò e riconobbe il diritto internazionale ai sionisti di creare un «focolare nazionale del popolo ebraico…»[17]in Palestina.
Tale dichiarazione venne firmata da Pichon per la Francia , Wilson per gli Stati Uniti e Sonnino per l’Italia[18].

Pochi ricordano però come tale «Dichiarazione», cioè lo storico tradimento di tutta la popolazione araba della Palestina da parte inglese, specificava anche che per il raggiungimento dello scopo: «nulla dev’essere fatto a pregiudizio dei diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina…».[19]
E’ avvenuto esattamente il contrario.
Nel 1919 gli inglesi entrano in possesso della Terra Santa e dal 1920 con gli accordi di Sèvres, inizia ufficialmente l’immigrazione ebraica.
La terra indipendente araba rimane una promessa non mantenuta!

Trattato di Sèvres
Nel 1920 il Trattato di Sèvres sancì la spartizione dell’area mediorientale che vide: la Siria assegnata alla Francia e la Palestina alla Gran Bretagna.
Nel 1922 l’Inghilterra ricevette dalla Società delle Nazioni il Mandato per l’amministrazione della Palestina, sotto la cui egida nacque la Jewish Agency (Agenzia Ebraica) per promuovere l’economia ebraica nell’area.[20]
E’ a questo punto che il padre del sionismo, Theodor Herzl, disse di voler: «sospingere la popolazione [ palestinese ] in miseria oltre le frontiere»[21]
Lo scopo dal 1895 ai nostri giorni è sempre stato questo espresso da Herzl.

Peel Report, White Paper e la “Soluzione a due Stati”
Gli anni che vanno dal 1936 al 1947 videro crearsi le basi per la storica guerra arabo-israeliana del 1948.
Cominciano infatti le proposte di formazione di due Stati separati.
Gli inglesi pubblicano il Peel Report (1936) che prevede una separazione di ebrei e arabi secondo la divisione demografica del momento. La proposta non soddisfa le ambizioni territoriali dei sionisti e neppure gli arabi l’accettano perché chiedono che sia fermata l’immigrazione e che s’impedisca l’acquisizione di ulteriori terre.[22]
Sempre gli inglesi pubblicano il White Paper sulla Palestina nel 1939, dove accettano di limitare l’immigrazione ebraica e l’acquisto di terre e promettono la transazione verso un futuro governo palestinese. Solo e sempre promesse come quella tradite dalla Dichiarazione Balfour del 1917.

Il terrorismo in Terra Santa
Prima dell’intervento britannico gli arabi e gli ebrei ottomani (ebrei assoggettati all’Impero ottomano turco) convivevano in una pace secolare, con alti e bassi, ma pur sempre pace.
Quando iniziò l’immigrazione ebraica, cioè quando i sionisti iniziarono a comperare terre e soprattutto dopo il gravissimo tradimento della Dichiarazione Balfour, era pressoché scontato che iniziassero gli scontri tra arabi ed ebrei.
Cosa che avvenne infatti dal 1920 in poi.
Nel 1921 per esempio gli scontri feroci fra arabi ed ebrei (a Jaffa 200 morti ebrei e 120 arabi) furono interpretati dagli inglesi come “scontri spontanei”, ma ovviamente non era così.

Nel 1940 gli ebrei arrivarono a formare il 33% della popolazione in Palestina, e i sionisti già organizzati in gruppi di guerriglia, cominciano gli attacchi terroristici contro gli inglesi e contro i civili palestinesi.
I gruppi più noti furono l’Irgun, l’Haganah e lo Stern.[23]
Questo ultimo, chiamata “Banda Stern” è nata nel 1942 per opera dell’ebreo polacco Abraham Stern.
Una banda che incarnò la variante più violenta e terroristica del movimento sionista[24].
La loro azione più eclatante fu l’attentato alla sede dell’amministrazione britannica all’Hotel King David di Gerusalemme nel luglio 1946, dove venne fatta saltare una intera ala, con un bilancio di circa 200 vittime![25]
Tra i capi del comando vi era un certo Menachem Begin[26], che fu Primo Ministro israeliano e Premio Nobel per la Pace con il presidente egiziano Sadat…

Dopo questo e altri avvisi, nel 1947 gli inglesi rinunciano al mandato e lo consegnano nelle mani dell’ONU.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite propone nella Risoluzione 181 l’ennesima divisione in Stati separati, gli arabi la rifiutano e di nuovo non senza motivo: agli ebrei sarebbe andato il 54% delle terre anche se erano solo il 30% della popolazione presente all’epoca.
Nella primavera del 1947 iniziano gli scontri militari tra arabi ed ebrei, dove i gruppi terroristici sionisti si distinguono per una lunga serie di crimini efferati: massacri, assassini e pulizia etnica documentati oltre ogni dubbio.
E’ infatti in questo periodo il massacro di 200 palestinesi a Deir Yassin, strage (di civili palestinesi) che passò alla storia e che fu perpetrata sotto la diretta responsabilità sempre di Menachem Begin.[27]

Nascita dello Stato d’Israele.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra d’Indipendenza (1948-49) nasce il 14 maggio 1948 ufficialmente lo Stato d’Israele con la «Dichiarazione d’indipendenza» firmata dal Primo Ministro David Ben-Gurion,[28] e preceduta da una risoluzione ONU, la numero 181 del 29 novembre 1947, che decise la spartizione (che non rispettava la demografia dell’epoca) dei territori.[29]
Inutile dire che tale spartizione territoriale ha accentuato gli scontri tra popolazione, perché più che spartizione possiamo parlare di vera e propria razzia: il 73% della Palestina era diventata territorio ebraico, con oltre 750.000 rifugiati palestinesi.

Dopo soli 2 anni, nel 1950, Israele vota la Legge sulla Proprietà degli Assenti (5710-1950), una legge vergognosa che espropria la terra a tutti i profughi fuggiti durante la guerra.
I palestinesi vengono espropriati di tutto: case, terreni e attività commerciali.
In totale violazione della Risoluzione ONU 194 (12/1948) che sancisce il diritto dei profughi di tornare e di essere risarciti da Tel Aviv. Non solo i risarcimenti non sono mai avvenuti, ma i profughi si sono visti privare della propria casa.

La guerra del 1947/48 era stata preconizzata dal Presidente (dal 1926) dell’Università ebraica di Gerusalemme, Judah Magnes, il quale ha dichiarato che la creazione di uno stato ebraico in Palestina avrebbe condotto «alla guerra contro gli arabi».[30]
Judah Magnes si riferiva al «Programma Biltmore» stilato a New York nel maggio del 1942 presso l’omonimo Hotel Biltmore, da un gruppo di sionisti americani appoggiati sia dai democratici che dai repubblicani statunitensi.
Tale programma del 1942 (ben prima che finisca la Seconda Guerra Mondiale) era appunto l’ennesimo tassello piazzato al posto giusto per la creazione dello Stato ebraico in terra palestinese!

Tra il 1917 e il 1948, e cioè tra la «Dichiarazione Balfour», il «Programma Biltmore» e la «Dichiarazione d’Indipendenza» avviene qualcosa che avrà ripercussioni in tutto il mondo e soprattutto nella causa ebraica: la Seconda Guerra Mondiale con l’Olocausto e l’immigrazione di massa.
Nel 1956 Israele, in accordo con le mire strategiche e gli interessi economici di Gran Bretagna e Francia attacca l’Egitto (che guarda caso aveva nazionalizzato il canale di Suez) conquistando Gaza e il Sinai, ma gli Stati Uniti costringono Tel Aviv a ritirarsi.
Nel 1964 gli stati arabi creano l’OLP (l’Organizzazione per la liberazione della Palestina), e presto questo gruppo darà inizio ad azioni di guerriglia contro Israele.
Nel 1966 la Siria permise a guerriglieri palestinesi di operare sul proprio territorio. Israele ovviamente minacciò ritorsioni per cui la Siria fece un patto di difesa con l’Egitto. In seguito a rappresaglie israeliane in Cisgiordania, Cairo assume un atteggiamento bellicoso, ma non va oltre.
Nel maggio del 1967 Nasser, il presidente egiziano, stringe un patto di difesa con la Giordania , che sembra mirare solo ad un rafforzamento strategico, e non a un effettivo attacco contro Israele.
Israele non aspetta e nel giugno del 1967 attacca l’Egitto,[31] ben sapendo che avrebbe vinto in pochi giorni.

Questa è la nota Guerra dei 6 giorni, che segna l’umiliante disfatta araba.
In un attimo Israele occupa illegittimamente la Cisgiordania , Gaza, Gerusalemme Est, le alture del Golan ed il Sinai (poi restituito all’Egitto) e non si ritirò mai più nonostante le numerose risoluzioni dell’ONU (ad oggi sono circa 70).
Nel novembre dello stesso anno, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU condanna la conquista dei territori con la Risoluzione 242 imponendo il ritiro immediato dai Territori Occupati.
Israele accetterà 3 anni dopo tale Risoluzione senza però evacuare i territori, alla faccia del Consiglio di Sicurezza.
Il resto è storia…

Storia sono le condotte di Israele chiamate per ben tre volte “un insulto all’Umanità” dalla Commissione dell’ONU per i Diritti Umani (1977, 1985 e nel 2000).[32]
Storia è anche la Risoluzione ONU A7RES/37/133 che nel dicembre del 1982 definì il massacro di Sabra e Chatila sotto la “personale responsabilità di Ariel Sharon” un “atto di genocidio”[33]
Stiamo parlando di 1700 civili massacrati per due lunghissimi giorni dentro i campi profughi, protetti dall’esercito israeliano, a colpi di machete dai cristiano-falangisti.
L’elenco potrebbe continuare a lungo.

Sionismo cristiano
L’altra cosa da sapere, che non tutti conoscono, è il movimento dei «sionisti cristiani»[34] (Christian Zionists).
Anzi, spesso e volentieri, sono stati proprio dei cristiani (come George Walker Bush junior per esempio) che si sono rivelati i più forti sostenitori del ritorno degli ebrei a Gerusalemme.[35]
“La teologia dei cristiani fondamentalisti d’America professa e attende la seconda venuta del Cristo con la conseguente fine del mondo, secondo una interpretazione della bibbia (…)”.[36]
“Ma quell’evento sarà possibile solo quando gli ebrei avranno stabilito uno Stato ebraico su tutta la Palesino , e cioè ben oltre gli odierni confini di Israele”.[37]

L’«International Christian Embassy Jerusalem» ha tenuto fino ad oggi almeno quattro congressi internazionali sionisti cristiani: uno a Basilea e tre a Gerusalemme (la città madre del sionismo religioso).
Quindi il sionismo non è solamente un fenomeno ebraico, ma anche cattolico; non è solo un movimento politico ebraico, ma anche occidentale.
Esiste una forte corrente sionista pure tra i membri dell’amministrazione statunitense di ieri e oggi.
Basta leggere con attenzione i nomi della squadra “scelta” dal futuro presidente Obama per capacitarsene.

Pensate che nel 1978 la Camera dei Rappresentanti americana proclamò l’«Education Day USA», cioè il «giorno dell’istruzione». Una festa mobile che un anno cade il 24 marzo, un altro il 2 aprile, il 13 aprile[38], ecc. Tale data non è fissa perché segue il calendario giudaico-babilonese invece del classico giuliano.[39] La data coincide con l’anniversario del rabbi Menachem Mendel Scheerson, il cosiddetto «rebbe», considerato dalla setta assidica dei Lubavitcher, il vero «Messia».[40]
Come mai tutti i presidenti, da Carter fino a George Walker Bush, hanno ripreso e mantenuto una tradizione «culturale» assai poco laica, per non dire ebraica?
C’è da dire che Carter, mediatore non ufficiale nel 2008 nei processi di pace in Medioriente, ha dichiarato ultimamente che Hamas ha tenuto fede al patto di 6 mesi cessando il lancio di missili, Israele invece no!
Strano a dirsi, ma Israele non ha mantenuto la pace…

L’antisemitismo
Dopo questa delicata trattazione è doverosa una parentesi sull’antisemitismo.
I «semiti» sono: «(…) gli Accadi (Assiri, Babilonesi), i Cananei, gli Arami (fra i quali emergono i Fenici e gli Israeliti), infine gli Arabi».[41]
«Affermare che gli ebrei sono semiti è pressappoco come affermare, per esempio, che i francesi sono europei».[42]
Da questa precisazione si evince che pochissimi ebrei sono veramente dei semiti e che non tutti i semiti sono ebrei (infatti gli arabi sono effettivamente dei semiti).
Come non tutti gli ebrei sono sionisti, anzi i sionisti sono pochissimi, per fortuna!
Siccome oggi tra la popolazione ebraica non esiste praticamente quasi più nessun discendente originario di Sem, accusare qualcuno di antisemitismo equivale accusarlo di antiarabismo.
La conseguenza logica di questa affermazione è che oggi tra i più antisemiti - ironia della sorte – sono proprio i governi d’Israele!

L’antisionismo
Per fortuna anche nel mondo ebraico il sionismo non è, e non era ben visto, ecco cosa diceva nel 1935 lo scrittore israelita Ettore Ovazza: «il miglior alleato della politica razzista è oggi, suo malgrado, il sionismo nazionalista. E’ nostra ferma convinzione che mai la politica antisemita sarebbe giunta agli estremi che ha toccato, se non avesse avuto fra i suoi principali argomenti probatori, il cosiddetto focolare nazionale ebraico. Lo stesso ideale ebraico, dal punto di vista puramente religioso, predica il ritorno a Sion come un ritorno spirituale; ma poiché la nostra dottrina nega il proselitismo, le minoranze ebraiche nel mondo rimangono le legittime depositarie dell’idea monoteistica e della legge mosaica che sta alla base della Bibbia e della moderna civiltà. Nel 1934, voler interpretare il ritorno a Sion in senso strettamente territoriale è segno d’incomprensione storica e religiosa. Noi, per funzione religiosa storica e civile, siamo e dobbiamo essere interamente cittadini delle nazioni dove viviamo da secoli e di cui formiamo parte indissolubile ed integrante. Noi respingiamo nettamente i sionisti nazionalisti che vivono rispettati in parità di diritti civili e politici con tutti gli altri cittadini nelle nazioni d’Europa, e che sospirano invece verso la Palestina ; che con un occhio guardano a Roma e con l’altro a Gerusalemme»[43]

Concludo con una grande speranza, quella che riguarda naturalmente la grande pacificazione in Palestina, l’abbandono di ogni crimine e soprattutto l’abbattimento del «muro della vergogna» che è stato innalzato per impedire la creazione de facto dello Stato palestinese.
«Udite governanti…della casa d’Israele, che costruite Sion sul sangue e Gerusalemme con il sopruso!»[44] perché «a causa vostra, Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine…».[45]
L’antisionista e antisemita che ha fatto questa affermazione è il profeta Michea, originario della Giudea e contemporaneo del grande Isaia (VIII a.C.)
.
Per approfondire l’argomento, consiglio di leggere questi due libri:

- “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR
- “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni”, Israel Shahak, ed. Centro Librario Sodalitium

Per approfondire:
- “Il Tradimento degli intellettuali”, Paolo Barnard www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=86
- “Una guerra non necessaria” Jimmy Carter www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5453
- “Gaza chi ha violato la tregua?” Miguel Martinez www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5455


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[1] “L’ONU sospende gli aiuti a Gaza”, Il Sole 14 ore, 9 gennaio 2009
[2] “Gaza ancora raid e razzi, oltre 900 le vittime”, Ansa del 12 gennaio 2009
[3] “I carri armati israeliani a Gaza City”, Il Corriere della Sera, 11 gennaio 2009
[4] “Truppe USA controllano Rafah” di Maurizio Blondet, 6 gennaio 2009 ed. Effedieffe
[5] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pagg. 424
[6] «The Jewish Agency for Israel », www.jafi.org.il oppure www.us-israel.org
[7] Idem
[8] «The Nord American Review», vol.169, pag 513, agosto 1899. University of Northern Iowa
[9] Associazione Culturale, libreria ebraica senza scopo di lucro - www.menorah.it
[10] www.israele.net
[11] www.israele.net
[12] «Alliance Israelite Universelle»: www.aiu.org
[13] «The Department for Jewish Zionist Education» www.jajz-ed.org
[14] Jerusalem Archives www.jerusalem-archives.org
[15] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pag. 243
[16] Movimento politico-religioso degli Ebrei sparsi nei vari paesi, tendente alla ricostituzione di uno Stato ebraico in Palestina (Dizionario della lingua italiana DeAgostini)
[17] Traduzione della «Dichiarazione Balfour»
[18] «Palestina e Sionismo», Vittore Querèl, Fratelli Bocca editori, 1939
[19] Idem
[20] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pag. 244
[21] Idem
[22] “Perché ci odiano?” Paolo Barnard, ed. BUR, pag 146
[23] Idem
[24] «Al Qaeda: chi è, da dove viene, dove va», Carlo Bersani, Malatempora edizioni, Roma 2005
[25] Idem
[26] Idem
[27] “Perché ci odiano?” Paolo Barnard, ed. BUR, pag 247
[28] Jerusalem Archives www.jerusalem-archives.org
[29] Jerusalem Archives www.jerusalem-archives.org
[30] Norman Bentwich, «For Sion sake» biografia di Judas Magne, Filadelfia, Jewish Publication Society of America, 1954, p. 352
[31] Perché ci odiano?” Paolo Barnard, ed. BUR, pag 315
[32] “Il Tradimento degli intellettuali”, Paolo Parnard, www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=86
[33] Idem
[34] «International Christian Embassy Jerusalem »
[35] Idem
[36] “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR, pagg. 209
[37] Idem
[38] Sito ufficiale «Lubavitch»: http://www.lubavitch.com/article.asp?ID=164
[39] «Chi comanda in America» di Maurizio Blondet ed. Effedieffe
[40] Idem
[41] «Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana» G. Devoto e G.C. Oli - Milano 1974
[42] «Breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo» di Eugenio Saracini, ed. Mondadori 1977
[43] «Sionismo Bifronte», Ettore Ovazza, Casa editrice Pinciana, Roma 1935
[44] Capitolo terzo del libro del profeta Michea (3,9 – 3,10)
[45] Capitolo terzo del libro del profeta Michea (3,12)
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Scaricato da: www.disinformazione.it

mercoledì 23 giugno 2010

GIU' LE MANI DAI CAMERATI CADUTI... GIORGIA MELONI VAI A COMMEMORARE ORIANA FALLACI!

La Meloni all'ombra delle croci celtiche
(scaricato da: http://www.ordinefuturo.info/)

Sono appena tornato dal presente organizzato da Forza Nuova a Piazza Vescovio per l'anniversario del sacrificio di Francesco Cecchin. Ottima cerimonia, seria e toccante, gestita in modo formidabile da due camerati di grande valore come Martin Avaro e Gianguido Saletnich.
Prima c'era stato quello organizzato da Azione Giovani con la presenza di Giorgia Meloni e di altri esponenti ex AN e adesso PdL.
Devo ammettere che ho trovato penosa quella che ho considerato una vera e propria messa in scena da parte di individui che non da oggi, hanno rinnegato nei fatti gli ideali per i quali tanti camerati caddero negli anni di piombo. La Meloni, poi, all'ombra delle bandiere con la croce celtica, davvero non si poteva vedere. Se pensate che questi signori hanno fatto del liberismo e dell'antifascismo la loro pratica quotidiana, che stanno con Israele e con gli americani, che fanno parte di un governo che sta cancellando lo Stato Sociale e i diritti elementari dei lavoratori, non posso non domandarmi come mai ancora possano esserci dei giovani che li seguono.

lunedì 4 gennaio 2010

mercoledì 30 dicembre 2009

I ROM NON SONO RUMENI

Riceviamo e pubblichiamo... Ringraziamo Costel (Nazionalista Romeno) per la delucidazione.


In Italia
Gli zingari in Italia, come nel resto del mondo, rappresentano una comunità eterogenea, dalle mille sfumature e dalle mille espressioni.
Mille sono anche gli anni della storia degli zingari divisi essenzialmente in tre gruppi principali: Rom, Sinti e Kalé (gitani della penisola iberica).
A questi gruppi principali si ricollegano tanti gruppi e sottogruppi, affini e diversificati, ognuno con proprie peculiarità.
Essi hanno un'origine comune, L'india del nord e una lingua comune, il romanès o romani ©hib diviso in svariati dialetti. L'opinione pubblica, che dei Rom e Sinti conosce poco o niente, tende a massificare e a confondere i diversi gruppi zingari, soprattutto tende a condannare e ad emarginare senza capire.
La popolazione zingara in Italia rappresenta lo 0,16% circa dell'intera popolazione nazionale essendo stimati in un numero di persone compreso fra le 80.000 e le 110.000 unita.
Sono presenti solo Sinti e Rom con i loro sottogruppi. I Sinti sono soprattutto insediati nel nord dell'Italia e i Rom nell'Italia centro-meridionale. Essi rappresentano gli zingari di antico insediamento a cui hanno aggiunti vari gruppi zingari di recente e di recentissima immigrazione. Circa 1'80% degli zingari che vivono nel nostro Paese hanno la cittadinanza italiana, il 20% circa e rappresentato da zingari extracomunitari, soprattutto provenienti dai territori della ex-Jugoslavia. Circa il 75% e di religione cattolica, il 20% di religione musulmana e il 5% raggruppa: ortodossi, testimoni di Geova e pentecostali.
L'arrivo in Italia
L'origine indiana degli zingari si è scoperta nel XVIII secolo attraverso lo studio della lingua zingara.
Con lo studio filologico si è potuto ricostruire ipoteticamente l'itinerario seguito dagli zingari nel loro lungo cammino in quanto essi prendevano a prestito parole dai popoli con cui venivano a contatto.
Dall'India del nord sono arrivati in Europa attraverso la Persia, l'Armenia e l'Impero Bizantino. Dai Balcani si sono diramati in tutta Europa, arrivando anche in Russia e, con le deportazioni, nelle Americhe e in Australia.
Sono molti gli studiosi che credono che i Rom abruzzesi, fra i primi gruppi zingari arrivati in Italia, siano arrivati attraverso l'Adriatico provenienti dalle coste albanesi e greche, probabilmente per sfuggire alla repressione dei turchi ottomani.
A sostegno di tale tesi si e fatto riferimento all'assenza nella parlata dei Rom abruzzesi di termini tedeschi e slavi.
Ma si può obiettare: i turchi ottomani conquistarono tutta la Grecia e l'attuale Albania fra il 1451 e il 1520 (L. Piasere), mentre i Rom in Italia arrivarono molto tempo prima (il primo documento che attesta l'arrivo degli zingari e del 1422 ma ci sono molti indizi che inducono a credere che i Rom arrivarono ancora prima); i Rom abruzzesi hanno nella loro parlata sia termini tedeschi come tiÒ, glàse, brèg (ted. tiÒch = tavolo, glas = bicchiere, berg = montagna), sia termini serbo croati come plaxtà = lenzuola (s.c. phahta), niÒte = nulla (s. c. nista), a Òtar = catturare, afferrare (s.c. staviti), nikt (nikkete) = nessuno (s.c. nikto), a pukav. = fare la spia, denunciare (s.c. bukati), po (pro) = per (s.c. po); inoltre, perché i Rom con le loro carovane avrebbero dovuto viaggiare per via mare, via a loro scomoda, inusuale e all'epoca minacciata dai turchi, se per secoli avevano dimostrato di spostarsi con sicurezza e rapidità per via terra? Tutto ciò induce a credere che il grosso dei Rom abruzzesi sia arrivato in Italia dal nord per via terra, proveniente, dall'Albania o dalla Grecia, attraversando la ex-Jugoslavia e territori di lingua tedesca. Non è da escludere che effettivamente piccoli nuclei siano arrivati in Italia attraverso l'Adriatico assieme ad altre minoranze come Serbo -Croati e Albanesi.
Tutto è comunque ancora da provare. Da questa piccola introduzione si può ben comprendere come sia difficile ricostruire la storia dei Rom sia perché i documenti a disposizione sono pochi ed incompleti sia perché i Rom non hanno lasciato nessuna testimonianza scritta.
La storia dei Rom é una storia che non nasce dall'interno della sua comunità proprio perché essi rappresentano un popolo senza scrittura che affida alla "memoria" e alla tradizione orale il compito di trasmettere la propria storia e la propria cultura.
La storia dei Rom è fatta dai Caggé (non zingari) attraverso le osservazioni di quanti ai Rom si sono in qualche modo interessati per la curiosità e la meraviglia che suscitavano o attraverso le disposizioni delle autorità pubbliche. Così dalla lettura delle Cronache del XV secolo si possono ricostruire sommariamente gli itinerari seguiti dagli zingari in Europa. Il primo documento che segnala l'arrivo degli zingari in Italia è quello del 18 luglio 1422, un'anonima cronaca bolognese contenuta nella Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori: "A di 18 luglio 1422 venne in Bologna un duca d'Egitto, il quale aveva nome Andrea, e venne con donne, putti e uomini del suo paese, e potevano essere ben cento persone...... " Dalle "grida" e dai bandi che dal 1500 si sono susseguiti fino al 1700 si possono dedurre le politiche attuate dalle autorità nei confronti degli zingari: politiche di espulsione, di reclusione, di repressione, di deportazione, ovvero politiche votate al più completo rifiuto.
(Attualmente siamo nella fase della politica di assimilazione).
I Rom abruzzesi
I Rom abruzzesi, con cittadinanza italiana, rappresentano dunque uno dei primissimi gruppi zingari arrivati in Italia e grazie alla lunga permanenza sono relativamente più inseriti nel contesto sociale ed economico della società maggioritaria rispetto ad altri gruppi di recente immigrazione. In passato le attività principalmente esercitate erano quelle che lasciavano spazio all'essere e alla creatività e quelle che facilitavano i rapporti umani.
Da qui l'attività di musicisti, di fabbri calderari, di commercianti di cavalli, di lavoratori di metalli. Il progresso tecnologico, il boom economico, lo sviluppo delle attività industriali hanno soppiantato le attività tradizionali e la maggioranza dei Rom ha dovuto operare una riconversione economica, ma il modo di porsi di fronte alla vita e di interiorizzarla e soprattutto la struttura sociale dei Rom e rimasta nei secoli pressoché immutata. L'istituzione fondamentale su cui si regge la società romanes e la famiglia, intesa nel senso più ampio, come gruppo cioè che si riconosce nella discendenza da un antenato comune.
Da sempre oggetto di violenza i Rom hanno rafforzato i rapporti endogamici e i vincoli di solidarietà familiare, mantenendo invece verso l'esterno un atteggiamento ostile. Vi è in questo un profondo senso di sfiducia e un'intima esigenza di difesa. Il sistema sociale e vissuto nelle profonde componenti umane, basato essenzialmente sul severo rispetto delle norme etico-morali che regolano e disciplinano la comunità romanes per garantire ai singoli individui la piena integrazione. Essi tutelano la dignità e l'onore del Rom.
Non esistono classi o gerarchie sociali se si esclude quella semplicistica di ricchi e poveri, cosicché anche il più ricco e in relazione con il più povero e viceversa in base ad un principio di eguaglianza che riflette una ottica di vita di tipo orizzontale.
In questo contesto il Rom abruzzese si sente parte di una totalità singolare che lo porta a differenziarsi sia dai caggé (non zingari) sia dagli altri gruppi zingari (Rom stranieri, Sinti, Kalé). ciò si traduce in un proprio stile di vita con modi proprio di esprimersi e di comportarsi. Alcune norme sono vincolanti, ad esempio: alle romniá abruzzesi non e assolutamente consentito dall'etica romanès di fumare, di indossare pantaloni, di truccarsi, di indossare costumi da bagno al mare, di giocare d'azzardo.
Le donne che vogliono avere una buona reputazione ed intendono essere rispettate dai Rom si adeguano al rispetto di tali norme morali, che non le confonde con gli altri. Un Rom si sente perfettamente sicuro in seno alla sua comunità, costituita dall'insieme di tanti singoli gruppi parentelari dove non esistono né regine né tantomeno re come invece tende a far credere il sensazionalismo giornalistico che copre con la fantasia e l'immaginazione le proprie carenze informative.
In mondo romano vien perciò presentato o in termini mitologici o in termini criminalizzanti, l'una e l'altra forma sono delle distorsioni che alterano il mondo zingaro producendo stereotipi negativi e pregiudizi di cui i Rom restano vittime.
La sicurezza del Rom deriva dalla tradizione che lo pone sicuro di fronte al futuro e dalla coesione, che lo pone sicuro davanti all'imprevedibile. Tutto ciò si traduce in un forte equilibrio psicologico.
Le relazioni ben strette fra educazione, coesione ed equilibrio psicologico sono minacciate con i contatti conflittuali esterni. Si pensi ad un bambino Rom che frequenta la scuola pubblica: entrare a contatto con una realtà che presenta dei modelli di vita funzionale alla società maggioritaria a cui e difficile per lui adattarsi, gli provoca inevitabilmente uno smarrimento in quanto è costretto ad operare una difficile scelta che nella maggior parte dei casi lo induce a ripercorrere la strada degli affetti familiari; da adulto mostrerà un atteggiamento ostile verso quella società non ancora preparata ad accoglierlo se non attraverso l'assimilazione. Lo stesso dicasi dei matrimoni misti in cui l'individuo esterno viene a rappresentare un elemento di disturbo se non riesce ad integrarsi.
Il cardine della struttura sociale dei Rom e la famiglia patriarcale, dove il vecchio, considerato saggio, ne é rappresentante riconosciuto. Ci sono Rom che vengono esclusi per le loro pessime qualità morali, sono considerati "gavalé" e sono derisi e scherniti. I frequenti contatti all'interno del mondo romano hanno da sempre attivato una fitta rete di comunicazione interna che porta i Rom ad essere a1 corrente di ciò che accade a famiglie zingare anche molto distanti.
I mass media rappresentano oggi, assieme alle organizzazioni tentacolari pseudo-zingare, la più grande minaccia all'esistenza dei Rom poiché infondono modelli di vita che allontanano i giovani dalla tradizione facendo allargare le maglie delle relazioni sociali e familiari, creando anche nuovi gusti e nuove esigenze che alterano l'etica romanès e che infondono nei Rom l'arrivismo e la necessità di possedere a tutti i costi il superfluo. Da qui le attività illecite.
I Rom non preparati alla maniera dei caggé, cadono nel tranello. Cerchiamo ora di capire e di conoscere alcuni aspetti fondamentali della cultura e della vita dei Rom abruzzesi: la lingua, il sistema giuridico, la festa (fidanzamento e matrimonio), la morte.
La lingua
La lingua dei Rom abruzzesi detta "romanès" o "romaní ©hib" è strettamente imparentata con le lingue neo-indiane e conserva ancora fedelmente un gran numero di vocaboli di origine indiana. La lingua romani è arricchita di imprestiti persiani, armeni, greci, serbo-croati, di alcuni vocaboli tedeschi e di elementi dialettali dell'Italia centromeridionale a testimonianza dell'itinerario seguito dai Rom nel lungo cammino iniziato dal nord-ovest dell'India verso occidente.